
(Scansione)
Le tre condizioni indispensabili per
diventare un mangaka se non sei un genio.
Uno: superbia. Pensa di essere più bravo degli altri.
Due: Sudore. Devi faticare.
E l’ultima (…) Esatto, la fortuna.
Moritaka Mashiro, Bakuman.
Chiunque legga fumetti giapponesi del genere shonen manga, tende a riconoscere certe caratteristiche comuni alla maggior parte di queste storie
- una trama (quando c’è :P ) spesso ricca di azione e conflitto, di solito di natura fisica o persino soprannaturale
- una storia “di formazione” con protagonisti che crescano e migliorino come persone, oltre a diventare più competenti in ciò che fanno “di mestiere”
- un protagonista maschile che svetti su tutti i suoi comprimari, compresa la sua eventuale persona amata, in virtù di un talento speciale (poteri, tecniche, attitudine per qualcosa) e per “tempo in scena”
- allenamenti speciali finalizzati a ottenere un potenziamento, come un nuovo potere o tecnica. Spesso questi allenamenti hanno anche la funzione di evidenziare la “fisica” dell’ambientazione: per esempio, in una storia con poteri e stregonerie, l’allenamento spiega il funzionamento della magia in merito a un ambito legato al power up
- uno o più tornei, con scontri (spesso) uno contro uno. Non è detto che il “torneo” sia esplicito: può anche essere una spedizione punitiva, di salvataggio o recupero in cui una squadra di eroi si divida per affrontare in duello gli avversari, di potenza crescente
- uno o più nemici, rivali o “cattivi”, che spesso sovrastino inizialmente il protagonista e i suoi amici come forza pura, connessioni sociali o numero di poteri posseduti
- il time skip, cioè il salto in avanti del tempo (mesi o anni) a seguito del quale i personaggi mostreranno un nuovo aspetto o capacità…
Queste caratteristiche sono spesso comuni alla maggior parte degli shonen manga di maggior successo dagli anni ’80 a oggi: pensiamo a Dragon Ball, Saint Seiya, One Piece, Naruto, Bleach, Fairy Tail….
Anche Bakuman. presenta diversi di questi tratti, ma in virtù dell’insolita ambientazione – il mondo del fumetto – e del livello di “realismo” più alto (i personaggi sono un po’ eroici, ma comunque umani) l’effetto è un po’ diverso dal solito.
Bakuman. 101
Moritaka Mashiro è un adolescente come tanti: non cupo ma nemmeno solare, voti normali. È bravo nel disegno, ma ormai non si esercita come si deve da anni: suo zio, un mangaka, è morto a causa del superlavoro, nel tentativo di riottenere il successo dopo la cancellazione della sua serie.
Da allora, Moritaka è uno che “si lascia vivere”.
Akito Takagi è invece uno studente dal rendimento eccezionale e dal grande spirito d’osservazione. Sogna di diventare uno sceneggiatore di manga: alcune tensioni con la madre lo hanno allontanato da ambizioni più comuni in una famiglia-bene giapponese (una buona scuola, una buona università, poi un buon lavoro in una buona azienda).
Scoperto il talento per il disegno di Moritaka, che ha disegnato un ritratto della ragazza che gli piace su un quaderno, lo attira in una “trappola” a casa di lei, la bella Miho Azuki: timida e gentile, ma seria e dal carattere forte, la giovane sogna di diventare una doppiatrice.
Unendo i puntini, otterremo una promessa tra i tre ragazzi
Se il nostro manga diventerà un anime, ti prenotiamo fin da ora per doppiare la protagonista
ma poi, Moritaka si fa prendere dalla tensione e aggiunge
Se il nostro sogno si realizzerà… sposami!
Miho scappa imbarazzata in casa. Dopo qualche vignetta di gelo, dal citofono giunge il suo sì, a una condizione
Finché non avremo realizzato i nostri sogni, non dovremo vederci.
E con questa premessa, una storia d’amore assurda e irreale, che più volte verrà spacciata per una storia d’amore puro e innocente, ha inizio uno degli shonen manga più particolari che mi sia mai capitato di leggere.
Una storia di combattimento in cui la lotta è astratta, il campo di battaglia è la rivista Shonen Jump e i punti segnati dai contendenti sono i risultati nei sondaggi di gradimento tra i lettori.
I rivali non sono maestri di arti marziali o prescelti dai poteri divini, ma disegnatori e sceneggiatori di talento – e i loro editor.
I power up non sono poteri, manufatti mistici o tecniche segrete, ma metodi alternativi per scrivere storie più mainstream o “di nicchia”, approcci nuovi verso il disegno per dare vita a immagini di qualità in modo più rapido, talentuosi assistenti… Alcuni di questi assistenti diverranno nuovi rivali, dotati del talento necessario per disegnare dei manga spettacolari.
La scheda
Storia: Tsugumi Ohba
Disegni: Takeshi Obata
Editore originale: Shueisha (2008)
Editore italiano: Planet Manga (Panini, 2010)
Traduzione: Alice Massa
Adattamento e lettering: Monica Rossi
A cura di: Elena Zanzi
Volumetti: 20 (conclusa) + 1 Character Book (Charaman)
Prezzo: 3,90 € a volume – 6,50 € il Character Book (entrambi prima e finora unica edizione)
I disegni
Obata è sempre una garanzia di un buon tratto, ma qui in Bakuman. usa uno stile diverso dal solito, più dinamico e deformed rispetto a quello visto in Death Note o in Hikaru no Go. Pur riservando le esagerazioni ai momenti più comici o tristemente ironici, rimane uno stile di disegno sobrio, anche se più “grafico” del solito.
Quando presenti, I fondali sono dettagliati e gli ambienti ricorrenti non sono ripresi sempre dalla stessa angolatura.
Retini presenti, ma non invadenti. Chine molto pulite. Dato che è un fumetto che parla di… fumetti, vengono mostrate spesso alcune tavole, vignette o pin up create dai personaggi: dato che ognuno ha il suo stile, questi lavori sono rappresentati con tratti o “colorazioni” differenti, anche se si tende a vedere la mano di Obata dietro a ciascuno pseudomanga.
Lo stile di disegno si stabilizza rapidamente nei primi tankobon: i protagonisti e i comprimari mutano poco rispetto all’inizio (a parte i cambiamenti che sperimentano crescendo, dato che la storia abbraccia più o meno l’arco di una decade, concludendosi nel 2018) ma alcuni comprimari si trasformano tantissimo a partire dalla prima apparizione – e non sempre ci guadagnano O.O .
La storia
Lo stile di narrazione di Ohba è riconoscibilissimo: come già in Death Note, abbiamo valanghe di testo, balloon di diverse righe in ogni pagina e molte didascalie che incorporano il pensiero di Moritaka, che quindi tende a fare da narratore – per lo meno, nelle parti in cui è presente in scena.
Non mancano gli spiegoni per bocca dei personaggi (come informazioni sul sistema editoriale giapponese e piccoli suggerimenti di scrittura o disegno) ma incredibilmente non sono fuori posto: sono infatti parte dell’azione di progettazione e scrittura compiuta dai protagonisti e dai loro rivali. Inoltre, questi spiegoni non prendono mai la forma di “As you know, Bob” ma piuttosto sono informazioni che vengono rivelate dal personaggio editor all’autore di turno, oppure intuizioni e riflessioni di certi personaggi nel tentativo di migliorare come autori.
Una cosa interessante di questi spiegoni è che illustrano situazioni, tecniche e ragionamenti che vengono sfruttati anche in Bakuman., dunque possono fornire una “mappa” di lettura della storia.
Ricordando che Bakuman. ha la struttura di uno shonen manga all’interno di una cornice fumettistica, abbiamo un altro aspetto tipico del genere: la storia di formazione. Protagonisti e comprimari crescono o regrediscono come professionisti e persone, fanno passi falsi, imparano cose nuove e cambiano.
Per loro, come per le persone reali, vita e lavoro scorrono in parallelo.
I personaggi
I personaggi di Bakuman. sono persone normali, con l’eccezione di Eiji Niizuma (il principale rivale-amico dei protagonisti): Eiji ha infatti molte caratteristiche eccezionali, come un notevole intuito editoriale che sfiora la precognizione e un’abilità e velocità sovrumane nella progettazione delle storie, e nel disegno.
Mettendo da parte Niizuma (l’eccentrico di talento, genio e sregolatezza) abbiamo molti altri personaggi, quasi tutti positivi al 100%, che sono praticamente degli archetipi
- Moritaka Mashiro AKA Saiko, l’eroe integerrimo e puro di cuore, la forza del sentimento dal carattere talvolta sanguigno e fumantino
- Akito Takagi AKA Shujin, la spalla e lo stratega, la forza del ragionamento, calcolatore e riflessivo, di buon cuore ma testa calda anche lui, in certi momenti (per quanto appaia verboso come scrittore, sospetto che sia una self-insertion di Tsugumi Ohba)
- Miho Azuki AKA Azukyun, l’eroina bella e intelligente, pura di cuore e determinata, love interest di Moritaka
- Kaya Miyoshi (cambierà cognome) la virago dal cuore d’oro ma sensibile, migliore amica di Miko. Di chi mai diventerà il love interest?
- Ko Aoki, bella e intelligente, inizialmente molto acida, sempre ambiziosa e determinata. L’incarnazione della personalità tsundere. Ha poca esperienza di rapporti umani, specie di storie d’amore (ma nonostante questo ha pubblicato degli shojo manga)
- Aiko Iwase, un’altra bella donna di carattere tsundere, scrittrice di talento e molto competitiva, intelletto strategico. Occasionalmente di pochi scrupoli e vendicativa, non è però una cattiva persona
- Shinta Fukuda, testa calda e carattere sanguigno, forte senso di giustizia, è un belloccio che non se la tira, probabilmente anche un ex teppista, appassionato di moto. Le sue storie riflettono il suo carattere (tante botte, motociclette, poca introspezione)
- Kazuya Hiramaru, svogliato e negativo ma di grande talento, comico involontario, forma una strana coppia con il suo editor Koji Yoshida, un individuo manipolatore con buone intenzioni, e di acute capacità d’analisi
E così via, sono davvero tanti e alcuni sono addirittura persone reali!
Due personaggi subiscono evoluzioni notevoli, sia grafiche che caratteriali, nel corso della storia:
- l’editor Goro Miura, inesperto ma volenteroso all’inizio, diventa uno che si adagia sugli allori e non si impegna nel lavoro, baciato dalla fortuna di editare almeno un manga di successo su due in ogni momento della storia
- l’aspirante disegnatore Takuro Nakai, grandi talento e tecnica nel disegno, è uno sfigato incredibile che si abbruttisce fuori e dentro nel corso della storia, diventando un ciccione e soprattutto un gran viscidone (e nonostante questo, i suoi amici-rivali si impegnano tantissimo per salvarlo dalla sua idiozia)

(Fonte: Mangahere, ché non volevo squartare il volume per una scansione :P)
Con pochissime eccezioni, i personaggi apparsi nella pagina di presentazione di un albo arrivano fino alla fine della serie: a differenza dello shonen medio – in cui appaiono vagonate di personaggi carismatici usa e getta – in Bakuman. quasi tutti i personaggi sono persistenti.
Ovviamente non tutti hanno lo stesso spazio: ad apparire spesso tendono a essere quelli più veraci e sinceri, come i protagonisti, la coppia Hiramaru/Yoshida, la bella Aoki, Fukuda il teppista e ovviamente Niizuma, il genio che tutti vorrebbero superare.
Perché Bakuman. si distingue da altri shonen
Oltre alla “battaglia” tra mangaka, Bakuman. ha anche un secondo livello di lettura: è quasi una docufiction che rivela alcuni aspetti dell’editoria giapponese poco conosciuti, oltre ad accennare di certi retroscena poco noti sul lavoro dei mangaka.
A ogni modo, l’aspetto principale del fumetto è quello della storia shonen, con elementi che ricordano i manga di tipo sportivo: gli amici-rivali sinceri, la volontà di primeggiare, la retorica dell’impegno, gli ostacoli, i problemi di salute, la dedizione eroica al proprio sogno a costo di ogni sacrificio, la necessità di migliorare per raggiungere nuove vette, persino un antagonista senza scrupoli nella fase più avanzata della serie e un secondo, vero stronzo nelle battute finali del fumetto (in realtà uno sgradito ritorno, un personaggio irritante che compare quattro volte in tutta la serie, e l’ultima volta fa casini per pura invidia).
E poi c’è sempre quella stralunata storia d’amore sullo sfondo, vissuta a distanza anche se i due abitano relativamente vicini tra loro. Una storia che inizia ad assumere un po’ di profondità a partire dal sesto volumetto, arrivando quasi a monopolizzare la storia negli ultimi due: a un passo dalla realizzazione del sogno c’è un ultimo, grande ostacolo da superare per… Miho, non per Mashiro!
Si, la Miho che ha avuto un ruolo marginale per tutta la storia, fungendo più che altro da motivazione per Mashiro che la ama, e per Akito che vuole che l’amico-collega sia felice: la ragazza diventa all’improvviso, ma in modo sensato, il personaggio chiave per superare quest’ultimo, enorme ostacolo che si frappone tra la coppia e il loro lieto fine.
E in più si mostra al lettore non come un banale premio per motivare i protagonisti, una futura moglie trofeo per una di loro: è un personaggio importante, una giovane donna dall’animo forte e tenace, che mette tutta se stessa in ciò che fa, senza perdere un briciolo di grazia e integrità.
Senza voler fare polemiche, Bakuman. mi ha colpito perché nel panorama di shonen manga da battaglia con storia pretestuosa e personaggi fighi che però sono vuoti dentro, spicca per il suo avere una trama semplice ma appassionante, personaggi forse un po’ idealizzati ma ben caratterizzati, e sorretti da motivazioni che esulino dalla logica del “combatto perché sono forte”.
A modo suo fa sognare, diverte e presenta i dietro le quinte del processo produttivo dei manga senza spazzare via la magia.
Non è esente da difetti (qualche personaggio un po’ sopra le righe, troppo pochi i personaggi negativi o ambigui e spesso sono pure comparse, certi dialoghi suonano artefatti e poco credibili) ma i pregi li superano decisamente in numero e intensità.
Potrebbe non piacere a tutti – è uno shonen manga che in superficie non lo sembra affatto, l’elemento “supereroico” non è marcato come in altri fumetti di questo genere – ma ha un bel disegno espressivo e dinamico e questo potrebbe essere sufficiente a convincere i dubbiosi.
Character Book Charaman

(Scansione)
Questo volumetto è una guida alla lettura di Bakuman., ricca di approfondimenti ed extra: si apre con una galleria a colori contenente copertine e pin up già apparse (in bianco e nero) nel corso della serie.
Non mancano le classiche schede biografiche dedicate ai personaggi della serie, compresi molti comprimari: oltre alle loro vite e a dati assenti nel fumetto vero e proprio, queste schede riportano anche approfondimenti sulle “abilità speciali” dei personaggi, sui lati più marcati del loro carattere e una mappa delle relazioni più strette con gli altri personaggi della storia.
Essendo Bakuman. un manga che parla di gente che scrive altri manga – e che per di più ne scrive tanti! – nel Charaman trovano spazio anche approfondimenti legati agli pseudo-fumetti apparsi nel corso della storia (tra l’altro, il Charaman ha allegato un piccolo spillato con un episodio di Lontra numero 11, uno degli pseudomanga disegnati da Hiramaru) interviste agli autori fittizi e cioè ai personaggi della storia, un’intervista agli autori reali, degli 4-koma, qualche storyboard e ovviamente tante illustrazioni!
Link
La pagina dell’editore italiano di Bakuman
La pagina Wikipedia su Bakuman
La pagina di Animeclick dedicata a Bakuman., con alcune recensioni dei lettori
Come quasi sicuramente ti ricorderai, preferisco Carl Barsk a tutti i mangaka del mondo. Non ho quindi grandissime possibilità di criticare, diciamo che imparo.
Però, stupendo tutti e piú di tutti me stesso, ho letto proprio da pochi giorni il primo manga disegnato da Obata, che per l’occasione ha pure sceneggiato: Cyber Nonno G. Devo ammettere che i disegni son ben fatti e che la storia fantascientifica assurda merita davvero.
A me, i fumetti piacciono tutti, se fatti con critero :) poi ho le mie preferenze anche io, ovviamente: tendo a leggere soprattutto manga perché sono della generazione Goldrake (da bambino mi dividevo tra la Disney e l’animazione giapponese, con spruzzate di supereroi marvel/dc e horror).
Di fumetti giappo ce ne sono diversi divertenti, emozionanti, strepitosi o vergognosamente inutili, non c’è differenza con il resto del mondo :P
Bakuman è un fumetto con diversi difetti, ma nel complesso trovo che abbia qualcosa di speciale, specie se lo si paragona ad altri fumetti del suo genere: pur restando uno shonen da manuale, gli manca la vacuità che altri suoi “cugini” hanno mostrato nel corso della serializzazione – pensa a Dragon Ball, che iniziando come commedia di combattimento picaresca, è poi diventato… un’anticipazione di Michael Bay? XD
Cybernonno G non l’ho letto, ma ricordo che i volumetti sono più pesanti di quanto sembrino e la cosa mi ha colpito ^ ^
Barks piace anche a me, soprattutto perché ha creato il mio personaggio Disney preferito: Amelia/Magica! L’ho sempre adorata, ancora di più dopo aver scoperto che la numero 1 sarebbe sua di diritto, anche se zio Paperone l’ha venduta per sbaglio. Mi sa che riesumo la raccolta e faccio un ripasso :D
Devi assolutamente fare un ripasso perché merita sempre di essere ripassata la creazione di Barks!
In realtà io per i fumetti sono diviso principalmente tra i Disney di una volta e quelli occidentali non seriali come i classici Marvel/DC. Il mio preferito è qualsiasi fumetto scritto da Alan Moore. Seguito, credo, da qualsiasi fumetto scritto da Ortolani.
Dragon Ball ha avuto un’evoluzione (non per forza positiva) paurosa. Dalla mitologia orientale del bambino scimmia a boh.
:D
Alan Moore ha delle belle sparate, ma a volte è così gratuito! Diamine, la scena in Neonomicon in cui la tizia fa una sega all’abitatore dell’abisso! Non ce la faccio, per me è troppo cretina, se almeno sembrasse volutamente buffa… invece è involontariamente comica!
Secondo me, visto che Moore è Moore (per non dire che, in realtà, è Rasputin – che proprio non ci riesce, a morire :P ) il suo editor di turno ha paura di contraddirlo e preferisce lasciarlo in balìa di se stesso.
Ortolani, invece, per me è da “santo subito”. E Zerocalcare a seguire, mi diverte un sacco XD