La porta sull’estate, di Robert A. Heinlein

Di Heinlein ho letto poco, meno di quanto avrei voluto, ma quasi tutto è stato praticamente impeccabile, sia dal punto di vista dell’intreccio che dello stile di scrittura (tenendo in mente la possibile “tara” della traduzione in italiano).
Oggi gracchierò un po’ de La porta sull’estate, un romanzo di fantascienza con un elemento che potrebbe farlo amare da molti, sui social: i gatti! :P
Sarà una chiacchierata leggera, ma non escludo di tornare sull’argomento in futuro.

La porta sull’estate 101

Daniel Boone Davis è un ingegnere ricco di inventiva e senso pratico, ma solo quando si muove dell’ambito dei macchinari – appena si parla di bellezza femminile o di gatti, perde subito ogni senso della prudenza.
Nella vita di Daniel ci sono poche esistenze importanti: il suo gatto (Petronio L’Arbitro, o semplicemente Pete) la sua stupenda fidanzata – e socia in affari – Belle, il suo socio Miles e la di lui figlia Frederica.
Due di queste figure si dimostrano tutt’altro che degne di fiducia e Daniel si ritrova non esattamente in brache di tela, ma comunque non più al controllo della propria società, un’azienda che ha raggiunto un buon successo commerciale grazie alle invenzioni di Daniel, i robot per la gestione della casa.
A causa di alcune scelte errate, di ulteriori colpi bassi e della nascente tecnologia criogenica, Daniel si ritrova proiettato nel futuro, nell’anno 2000, spaesato per via di alcuni cambiamenti sociali e in possesso di una laurea in ingegneria basata su concetti vecchi di trent’anni.
Da quel momento, ha inizio il suo progetto: riprendere il controllo della propria vita e ottenere una raffinata rivalsa su chi lo ha tradito.

La scheda

Titolo originale: The Door into Summer (1957)
Autore: Robert Anson Heinlein
Traduzione: Annarita Guarnieri
Editore italiano: Mondadori Libri S.p.A. (Urania)
Prezzo: 6,90 €

Il titolo

La porta sull’estate nasce da un aneddoto che accomuna il gatto di Heinlein e quello del protagonista: in inverno, entrambi andavano alla ricerca di una porta che li conducesse verso l’estate, lontano dalla neve che ricopriva il giardino – questa era la tesi della moglie dello scrittore.
Non ci vuole un grande sforzo a immaginare come la frase diventi una metafora per la ricerca di un tempo migliore.

Il protagonista

La storia è raccontata in prima persona dal protagonista, Daniel, che parla al passato; questa scelta è motivata da ciò che viene raccontato nelle ultime pagine.
Daniel è ragionevolmente simpatico, ma non perfetto. Ha idee molto radicate su come debba comportarsi un adulto ideale, ma le impone agli altri solo quando devono lavorare con lui – sul lavoro, desidera fare lui le regole.
Apprezza tutto ciò che è funzionale, il che lo porta a essere un ingegnere ricco di inventiva e capace di progettare macchine efficienti, capaci di facilitare lavori tediosi come quelli domestici.
Ha un debole per i gatti e per la bellezza femminile, è decisamente un gattaro ma non un donnaiolo. A ogni modo, dei gatti capisce tutto, ma delle donne non molto e questo lo scaraventa nei guai che mettono in moto l’intera faccenda.

Come un orologio. Quasi

Attraverso gli occhi e le parole di Daniel, il lettore viene scarrozzato in due diverse epoche – il 1970 e il 2000.  I due periodi sono legati da alcuni eventi e mano a mano che la storia si sviluppa, diventa sempre più intuibile dove Heinlein voglia andare a parare.
Non si tratta della prevedibilità dei cliché (di questi ce ne sono pochi) ma di quella causata dalla costruzione coerente di una trama, capace di rendere certi sviluppi obbligatori perché si tratta dei più sensati.
L’unico, vero difetto della storia, se vogliamo, è l’introduzione improvvisa dell’inaffidabile tecnologia che permette a Daniel di risolvere tutto, rendendo non più “postuma” la sua vendetta e garantendogli un finale felice.

Non il nostro 2000

Dati gli eventi accaduti negli anni ’70 della trama (ricordo che la prima edizione del libro risale al 1957) Heinlein concepisce il suo futuro – il nostro passato recente – come un periodo in cui si sviluppano diverse complessità che ritornano, in diverse forme, in certe sue storie

  • la guerra: il 2000 è un periodo post-atomico
  • l’economia e la politica stupide: le auto vengono costruite solo per essere subito rottamate, per questioni fiscali e burocratiche. Fa pensare ai libri invenduti e inviati al macero per non pagarci sopra le tasse
  • il lavoro da schiavi: una droga rende le persone estremamente… zombie, ma non nel senso dei morti che camminano
  • la tecnologia robotica: già presente negli anni ’70 del libro, dà delle piste ai robot industriali di cui siamo a conoscenza
  • la criogenia: un po’ rischiosa negli anni ’70 del libro, praticamente impeccabile già prima del 2000

Siamo sempre in cerca di “profeti” del passato che abbiano previsto ciò che accade oggi – vedi i continui “i Simpson hanno previsto questo e quello”. Heinlein non ci è riuscito né col ’70 né col 2000, a occhio, ma si è mantenuto coerente con le premesse che si è dato e per me non è male.

Concludendo

La porta sull’estate è una storia di fantascienza scorrevole e ben congegnata: nonostante l’intervento un po’ improvviso di una tecnologia risolutrice, che offre al protagonista la possibilità di una rivalsa, la storia fila come un treno, in modo abbastanza logico da permettere di prevedere alcune situazioni, ma con un basso livello di cliché.
C’è un ulteriore attrattiva se vi piacciono i gatti – se non vi piacciono, non si tratta di una presenza troppo invadente. :P

Link

Zero carbonella. Per motivi che non conosco, non ho trovato link nemmeno al formato elettronico di questo libro. Vedremo in futuro.

 

17 pensieri su “La porta sull’estate, di Robert A. Heinlein

    1. È uscito questa estate e di solito l’ebook viene messo sul negozio in contemporanea, eppure…
      Mi lascia perplesso. In compenso, la vecchia traduzione dovrebbe essere acquistabile su Amazon, mi ci sono imbattuto durante le ricerche.

  1. non so se ho capito male, ma mi pare che come l’abbia inteso il mitico Heinlein il futuro visto nel racconto è quasi esattamente a quello che stiamo passando ora: compagnie che trasformano persone in zombie, stupidità politica ed economica (compra tutto e subito, poi mandalo a bruciare dopo poco), tecnologia robotica. Magari non siamo in una situazione di post-atomica, ma ci siamo quasi passati e la situazione odierna non è nemmeno troppo distante da una distopia di quel genere (qui ti rimando al documentario “The social dilemma”, 2020). Per quanto riguarda alla criogenia è sempre stato un tema sci-fi che allo stato odierno non si è ancora sviluppato (non so se è un bene o no a questo punto). Comunque ammetto la mia super ignoranza sul fatto che non abbia mai letto nulla di Heinlein, ma conosco il suo operato e lo ammiro per una delle frasi più belle tratta da un suo romanzo (di cui ora non ricordo esattamente il titolo), che ha poi fondato le basi per quella filosofia conosciuta come “l’uomo competente”: https://en.wikipedia.org/wiki/Competent_man

    1. La criogenia era associata a fondi assicurativi per garantire una rendita al risveglio… salvo scherzi finanziari XD nel libro, alcuni la usavano per risvegliarsi in un ipotetico futuro con le cure per una malattia oppure per sfuggire a rotture del presente.
      O per avere orde di soldati pronti da scongelare alla bisogna °_°
      I robot erano proprio più avanzati dei nostri, anche se ancora non intelligenti al punto di prendere decisioni autonome: il protagonista ci faceva dei lavapiatti capaci di lavare, asciugare e rimettere a posto le cose e altri assistenti domestici, molto pratici ^^
      Per il resto, la cosa degli “zombi” veniva da una droga che permetteva di riprogrammare le persone e nel futuro del libro c’erano rapitori che la usavano per creare schiavi, una roba orripilante!

      Se hai tempo, prova a recuperare qualcosa di Heinlein, era quasi sempre molto bravo dal punto di vista tecnico e curava molto i dettagli delle storie.
      Riguardo alla sua idea di persona competente, potrei essere d’accordo ma grazie alla ceppa, più cose sai fare da te e meno problemi hai XD solo che bisogna vedere anche quanto tempo ti tocchi spendere per imparare a svolgere certe attività, la giornata è sempre di 24 ore :P

  2. Anche io voglio esplorare molto di più il buon Heinlein! Devo prendere qualcosa e mettermi a leggerlo, anche se mi vergogno a dire quanto (poco) tempo sto dedicando alla lettura ultimamente, purtroppo…

  3. Bella la fantascienza retrò… e incredibile come le previsioni del passato si rivelino (quasi del tutto) sballate. Ricordo ancora di cose che vidi in TV da bambino, nel duemila avremmo avuto questo, avremmo avuto quello… macché… tutte palle.

    1. Quando eravamo ragazzini, il 2000 sembrava la soglia dei miracoli tecnologici. Non è che non ci siano state evoluzioni, ma in passato si sparava molto in alto :P

  4. Denis

    Il primo uomo criogenizzato e degli anni ’60 ricordo di averlo visto in un mondo movies, Angeli Bianchi, Angeli neri una roba cosi c’era puro Anton la Vey che avevo due gattoni, due tigri ( allo zoo ho visto quella siberiana da piccolo ).
    Gli autori all’epoca si basavano sulla tecnologia che avevano poi per dare impatto al racconto esageravano e venivano dall’avvenimento epocale delle 2 bombe atomiche scangiate in Giappone.

    1. A volte gli autori di fantascienza erano molto ottimisti su ciò che si sarebbe potuto fare con la tecnologia (robot, macchine volanti) ma qualche volta si sono avvicinati molto alla tecnologia reale futura, seppur con qualche anno di distanza.
      C’è poi da considerare il caso di quelle tecnologie particolari che esistono, magari sono anche note, ma non disponibili per il grande pubblico o comunque da perfezionare.

    1. Anche io ho sospettato qualche vincolo della licenza. Comunque è un peccato: tutti i formati buoni per tramandare informazioni dovrebbero essere sfruttati, soprattutto considerando che il digitale potrebbe essere una necessità e non un’opzione, almeno per chi avesse problemi di vista, dato che potrebbe alterare la dimensione del carattere a proprio gusto (chi non vede proprio potrebbe usare dei programmi per “farsi leggere” il libro).

      Riguardo al libro, non è la storia migliore che abbia letto, di Heinlein, ma è scritta bene, è scorrevole e ben costruita.
      Chi ama la fantascienza ben scritta dovrebbe puntare su di lui a colpo (quasi) sicuro. E chi apprezza la science fantasy, pure: Anonima stregoni e Waldo erano formidabili! :D

Vuoi dire qualcosa? Gracchia pure!

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.