“Ero proprio sicuro che tu fossi… Senti, puoi darmi la tua parola d’onore sul dio Mao o Kennedy o sul Corano o qualunque cosa tu veneri che sei davvero solo una comune ragazza del Secolo Venti e che non hai niente a che fare con Faber John?
Jonathan Lee Walker a Vivian Smith, in La Città del Tempo

(Fonte: scansione)
Ed eccoci di nuovo in un mondo creato dalla scrittrice Diana Wynne Jones, già autrice dei romanzi dedicati allo stralunato mago Howl (e di un’altra vagonata di romanzi). Questa volta ci troviamo in un mondo e in un genere un po’ diverso: dalla fantasy di Howl passiamo a un’altra ambientazione, la Città del Tempo, con una vivace incursione nel territorio della fantascienza!
È una fantascienza leggera e non troppo prodiga di spiegazioni e tecnicismi, ma con marchingegni prodigiosi che mi hanno fatto pensare a una frase scritta da Clarke
Any sufficiently advanced technology is indistinguishable from magic.
Qualsiasi tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.citazione reperita su Goodreads
Alcuni elementi superficiali mi hanno ricordato qualcosa della serie Doctor Who: per esempio, il fatto che la Città che dà il titolo al libro si trovi al di fuori del normale spazio-tempo, proprio come Gallifrey, patria del Dottore, per buona parte della serie a partire dal suo reboot.
Ma basta parlare di Doctor Who: siamo qui per dedicarci a un libro, e perdiana, lo faremo!
La Città del Tempo 101
Inghilterra, 1939. Vivian Smith è una ragazzina che, come tanti altri bambini, fa parte delle masse degli sfollati, allontanati da Londra verso le campagne per essere messi al sicuro dai bombardamenti dei nazisti.
Giunta alla stazione, a prelevarla non è la cugina Marty – come si aspettava – ma un ragazzo con una lunga treccia e tratti un po’ orientali, che dice di essere suo cugino Jonathan. Mentre lo segue, inizia ad avere un sospetto sulla sua buona fede, ma è ormai tardi: la giovane Vivian si ritrova in un luogo stranissimo in cui coesistono diversi stili architettonici, la gente indossa abiti che ricordano dei pigiami ed esistono marchingegni di ogni tipo, compreso un distributore automatico capace di produrre (o rubare?) qualsiasi tipo di cibo da qualunque epoca.
Secondo Jonathan e quel discolo del cugino Sam, Vivian sarebbe la Signora del Tempo, moglie del mitico Faber John, ovvero del fondatore della Città del Tempo: un’utopia posta al di fuori del continuum spazio-temporale e comunicante con qualsiasi epoca. La dodicenne Vivian, ovviamente, nutre dei seri dubbi circa l’essere moglie di chicchessia!
La Città pare avviarsi al tramonto, ma solo in pochi ne sono coscienti: tra questi, Jonathan e Sam, che hanno deciso di tentare il tutto per tutto per salvare la Città, guidati da una leggenda a cui nessun adulto sembra credere più…