“Quel pomeriggio venne a prendermi a scuola. Lo faceva spesso quando i miei genitori erano a lavoro. Montai sul sedile del passeggero della sua vecchia Pontiac e sentenziai che le sue favole non mi interessavano più.
Jacob Portman, in La casa per bambini speciali di miss Peregrine
Visto che è uscito di recente il libro che conclude questa trilogia, mi sono detto: perché non riprendere la lettura del ciclo dal primo libro? Una volta riletto, la non-recensione mi sembra d’obbligo e con chissà quali tempi, seguiranno anche quelle dei libri successivi.
Quella dei bambini di miss Peregrine è una saga di genere young adult un po’ particolare: i tre libri sono ricchi di fotografie d’epoca – al punto da dare l’impressione che le svolte della trama e i personaggi siano stati progettati per accordarsi alle immagini – e il primo libro ha un taglio particolare, concentrato più sull’introspezione del protagonista che sull’azione adrenalinica.
Non mancano i momenti concitati, sia ben chiaro, ma sono concentrati soprattutto nell’ultima parte del libro.
La casa per bambini speciali di miss Peregrine 101
Jacob Portman adora suo nonno Abraham, che gli racconta storie meravigliose di quando era bambino: abitava in una casa su un’isola magica, in cui nessuno invecchiava e splendeva sempre il sole, circondato da bambini capaci di compiere prodigi di ogni sorta, sotto la protezione di un saggio uccello.
Ma poiché lui e i suoi amici erano braccati dai mostri, Abraham decise di lasciare quel paradiso per andare a combatterli. Accadde durante la seconda guerra mondiale.
Crescendo, Jacob smette di prendere come oro colato le storie del nonno, complici alcune disavventure scolastiche e famigliari che toccano ai bambini molto fantasiosi… e questo non può che mutare la natura del rapporto tra Abraham e Jacob.
Prossimo a diventare sedicenne, Jacob riceve una richiesta d’aiuto dal nonno, braccato dai mostri della sua infanzia: scettico, il ragazzo si dirige verso casa sua, giusto in tempo per trovarlo pieno di ferite e in punto di morte. E appena raccoglie le ultime parole di un morente Abraham, Jacob vede – o crede di vedere – uno dei mostri di cui gli parlava il nonno!
Per Jacob, trascorrono settimane di autoreclusione per la paura dei mostri, compatimento proprio e altrui e psicoterapia.
Il giorno del suo sedicesimo compleanno, Jacob riceve un dono predisposto dal nonno: un indizio che, connesso alle ultime parole del nonno, gli indica la strada per scoprire la verità sul suo passato. Verso l’isola gallese di Cairnholm.