Mazinga Z Infinity

Oggi si ritorna ai falsi anni ’80, ovvero nel 2017, per un lungometraggio animato dedicato al più iconico tra i robottoni di Go Nagai: preparatevi a un Mazinga Z leggermente aggiornato, in questa versione Infinity!
Nota: tutte le immagini sono schermate prese dal dvd.

Mazinga Z Infinity 101

Copertina

Con l’arrivo della pace, Koji Kabuto – leggendario pilota del robot da combattimento Mazinga Z – ha messo a frutto le sue (per me) insospettabili doti accademiche ed è diventato un ricercatore di successo: a detta di molti, sarebbe anche ora che Koji si decidesse a fare una certa proposta a Sayaka Yumi, ex-compagna di battaglie e attuale direttrice del principale istituto di ricerche fotoatomiche del mondo.
Proprio mentre il mondo sembra avviato a un’era di prosperità – nessun conflitto rilevante, energia pulita e rinnovabile in quantità smodate e robot giganti impiegati, finalmente, per scopi civili – una scoperta alla base del monte Fuji è pronta a scuotere il mondo, insieme al ritorno di un esercito di mostri meccanici che dovrebbero far parte della storia. O dell’archeologia, visto che sono tecnologia antica. :P

La scheda (parte Wikipedia, parte crediti del film)

Titolo originale: Gekijoban Majinga Zetto – Infinity
Storia: Takahiro Ozawa
Traduzione: Francesco Nicodemo
Regia: Junji Shimizu
Character Design: Hiroya Iijima
Musiche: Toshiyuki Watanabe
Produzione: Toei Animation (2017)
Distribuzione italiana: Key Films

Disegni e animazione

La caratterizzazione grafica sembra una versione aggiornata di quella classica, con un tratto un po’ meno rozzo di quello classico di Nagai.
I vari Mazinga e derivati, resi in computer grafica, non sono più monolitici come se provenissero da uno stampo, ma appaiono composti dall’assemblaggio di diverse placche metalliche.
L’animazione è discreta, senza essere un prodigio di fluidità.

Agganciamento!

Genere

I “robottoni” (per dirla in modo dandy, mech) non hanno mai brillato per verosimiglianza e realismo: trascurando i problemi di stare dentro un robottone che piglia botte (consiglio la trattazione di Rikao Yanagita in Anime University, molto divertente) e gli armamenti improbabili con munizioni infinite, il genere ha sempre puntato al coinvolgimento emotivo generato dal vedere dei piloti, spesso giovanissimi, alle prese con battaglie potenzialmente fatali. Soprattutto, fatali per la torre di Tokyo. :P

Una vista di spalle del nemico più assurdo di Mazinga Z, Satan Claus

L’ambientazione, dagli anni ’70 in cui fu pubblicato il fumetto originale, viene aggiornata ai giorni nostri, sebbene per i protagonisti sia passato meno tempo (per esempio, si vede un furbofono con un programma simile a Telegram).
C’è qualche marchetta alla Nissan, e chissà quante  altre me ne saranno sfuggite! XD

Giovani promesse crescono

In Infinity, si cerca di offrire maggiore maturità dei personaggi: è trascorso un bel po’ di tempo, tutti i vecchi eroi sono cambiati e qualcuno ha anche messo su famiglia.
Per esempio, il protagonista Koji non è più lo stronzetto arrogante e aggressivo che era nell’adolescenza. Non ha più nemmeno la vecchia aria di sufficienza che sfoggiava ai danni dei compagni meno raccomandati impegnati a pilotare catorci con armamenti ridicoli, come Sayaka e Boss.

Koji, uomo-immagine dell’esercito part time, con le idol dell’esercito

Fantascienza… sì, insomma!

A parte l’aspetto umano, che mostra personaggi con una caratterizzazione più matura di quella classica, Infinity si può annoverare nel genere della fintascienza e sì, ho scritto così apposta: il lato fantascientifico è psichedelico, ma soprattutto poco consistente, anche al netto delle spiegazioni fornite circa i fenomeni tirati in ballo, come l’interazione tra l’energia fotoatomica e… un certo tema che non rivelerò, nonostante venga espresso per bocca di Koji all’inizio del film, e che serve a giustificare tutta la vicenda.

Storia

Il mondo è in pace, avviato al superamento dei problemi e delle discordie internazionali, grazie all’abbondanza di energia fotoatomica, che permette di avviarsi verso il futuro con grandi speranze… e qualche opposizione: non tutti si fidano della sicurezza della fotoatomica e non mancano proteste per la costruzione di nuovi impianti di produzione.
Un tocco di modernità social realistico!
Questo finché, alla base del monte Fuji, viene scoperto un robottone titanico, un OOPART che sfoggia alcuni dettagli tipici del Mazinga e si mostra come una tecnologia degli antichi micenei.

Infinity. Sul lato destro, si può notare un robot paragonabile a Mazinga Z.
Così, per fare un confronto…

Parallelamente, un istituto di ricerca statunitense – protetto dal pilota del Grande Mazinga, Tetsuya Tsurugi – viene bersagliato da un’orda di mostri meccanici, alla testa dei quali si trova il Barone Ashura, uno dei più iconici luogotenenti del perfido Dottor Inferno, nemico di Mazinga Z.

Il Barone Ashura, l’individuo che nessuno sceglierebbe come testimonial LGBT
Il dottor Inferno, che non è andato all’università del Male per farsi chiamare signore (cit.)
Il Conte Blocken, perché senza un cyborg nazista, è come se mancasse il sale a tavola!
Tra l’altro, questo personaggio anticipa di circa trent’anni il dottor Testa volante di Scrubs

Personaggi

Molti personaggi classici tornano in gran spolvero, più o meno con gli stessi ruoli che avevano in passato, ma con qualche cambiamento: ricordate quando i personaggi femminili rischiavano la vita su robot insulsi armati di miccette di capodanno?
Ebbene, adesso restano a terra – e solo Jun ha un’ottima scusa per farlo, essendo all’ottavo o non mese di gravidanza sin dalla prima inquadratura!

Sayaka ci illude sul fatto di rendersi utile

Non che non si vedano robot di tipo femminile – alcuni personaggi femminili di secondo piano manovrano delle repliche di Venus, per mostrare che avere delle zinne esplosive può essere un vantaggio in battaglia.

Abbiamo Koji Kabuto nel ruolo di protagonista, in quanto storico pilota di Mazinga Z, che pur essendo ormai affermato nell’ambito della ricerca, ha paura a dare una direzione alla propria vita sentimentale; per questo motivo, Sayaka Yumi, sta seriamente pensando di chiudere la loro storia, per non sprecare tempo prezioso.
Nel frattempo, Jun Hono è alle prese con la fine della sua gravidanza, mentre il marito Tetsuya Tsurugi è impegnato come civile che svolge compiti per l’esercito.
Il fratello di Koji, Shiro, sembra piuttosto esperto nel pilotaggio di robot militari, ma non è chiaro se sia o meno un soldato, mentre Boss, personaggio comico della serie, gestisce una locanda tradizionale con un certo successo, assieme ai suoi vecchi amici.
L’unico nuovo personaggio della storia è la ginoide LISA, acronimo molto miceneo di Large Intelligence System Agent: emersa da Infinity, sembrerebbe il suo dispositivo di controllo e pur mostrandosi da subito alleata di Koji e degli altri, spesso non racconta tutto ciò che sa su Infinity.
Ho scritto “per qualche strano motivo”, ma in realtà è ben chiaro il perché: ci sono 92 minuti di film da riempire e se LISA avesse parlato da subito di certe caratteristiche di Infinity, la storia sarebbe finita in mezz’ora e quasi senza scontri. :P

Il senso del film

Se si parla del messaggio, non c’è molto da dire: la vita è breve, rifletti sulle cose importanti e prendi una decisione prima che sia tardi. Ami una persona e sei ricambiato/a? Non aver paura di rendere la tua vita stabile e dalle una direzione (il matrimonio).
Non che sia in sé sbagliato, ma sembra quasi che sia l’unico modo di vivere una vita felice, dal punto di vista della storia, e questo non mi convince granché.

Il vero movente del film

Infinity è un’ovvia operazione nostalgia, in cui un abracadabra poco approfondito tira fuori dalla naftalina i vecchi nemici, per porre una sfida agli eroi dell’infanzia di molti.
C’è del fan service, nel senso del tirar fuori i vecchi robot e far urlare ai piloti il nome di ogni mossa, mentre sul versante della pelle esposta, c’è giusto un siparietto con le idol dell’esercito, quattro sgallettate poco vestite che sembrano banali cubiste e invece, si fanno valere in battaglia!
C’è tutto, dalla sequenza di agganciamento alle scenette buffe con Boss e il suo Boss Borot, il robottone quasi inutile.

Due sportivi, due ragazzi, per il calcio sono pazzi…

I nemici non si fanno più vedere a uno a uno, ma arrivano in quantità degne di un gioco della serie musou e, allo stesso modo, spariscono molto rapidamente.
Ah, il progresso: ormai non servono più due terzi della storia per tirar giù un mostro!

Concludendo

Se si prende Mazinga Z Infinity come un altro giro sulla vecchia giostra, grazie a una buona resa visiva, alla colonna sonora ripulita e a una struttura narrativa appena più moderna, può essere godibile (a me non è dispiaciuto); al di fuori della nostalgia, Infinity si rivela un film debole, con un messaggio non disprezzabile, ma parziale (non ci sono personaggi che spicchino per uno stile di vita diverso dalla vita matrimoniale e con cui fare confronti) e poco approfondito, oltre a una fantascienza posticcia e appena abbozzata.
Non so se gli aggiornamenti abbiano reso questo robottone classico più appetibile per i potenziali nuovi appassionati, ma se non altro, Infinity non può essere accusato di rovinare l’infanzia di nessuno. :P

39 pensieri su “Mazinga Z Infinity

    1. Bhe’ se pensi che ci sono cresciuta con quei cartoni ora a 50 anni , nonostante veda i difetti c’è comunque quella forma di malinconico divertimento che riporta all’infanzia 😊

    2. Allora potresti essere tra le persone per cui è stato fatto il film: dal punto di vista italiano, siamo tra quelli che hanno vissuto la prima ondata di cartoni giapponesi e Infinity è decisamente un revival ^^

  1. A cavallo tra Settanta e Ottanta ho amato tantissimo Mazinga (con e senza Z), ci sono cresciuto, avevo i 45 giri delle sue sigle e diversi pupazzetti, ma lo stesso non mi definirei un suo fan storico, visto a parte una visione delle sue avventure quand’ero piccolissimo non ho mai più rivisto nulla di suo, tanto da non ricordare i personaggi se non visivamente. Perciò questo film non saprebbe scatenarmi alcuna nostalgia, lo stesso però non sono un nuovo spettatore (o spettatore giovane), quindi non saprei proprio che posizione prendere con Infinity. Credo mi limiterò a rimanere nella posizione assunta sin dalla sua uscita: disinteressata! :-D
    La trama poi non mi sembra qualcosa che mi attragga: mi sa che mi limiterò ai vari personaggi di Mazinga che ho esposti nelle vetrine di casa :-P

    1. Pupazzetti nelle vetrine… Dove abiti, di preciso? >:)
      Scherzi a parte, ci sta: se ti importa poco delle dinamiche mazinghesche, come film non ha molto altro, alla fine è una storiella poco sviluppata.
      Fuori dalla nostalgia, ha poco da dare.

  2. fperale

    Sai che avevamo iniziato a vederlo (trovato il blu-ray a pochissimo) ma non siamo riusciti a finirlo..ci è sembrato troppo noioso e dispersivo, magari nel finale accelera un pò il ritmo..)

    1. Purtroppo sei stato catturato dall’anti-spam, quindi ti rispondo solo ora :P
      Sotto vari punti di vista, è sicuramente una versione pompata del classico, al di là dell’impatto visivo: ho apprezzato che i personaggi fossero più maturi e meno litigiosi, per esempio.
      Riguardo al lato misticheggiante della storia, avrei preferito fosse sviluppato un po’ più in profondità, ma c’è da dire che come serie, Mazinga non è mai stato particolarmente profondo, quanto piuttosto… suggestivo ed emotivo, quindi forse si sono limitati a prendere uno spunto demiurgico simil-Evangelion e a innestarlo in una struttura classica.
      Resta da vedere se in futuro seguirà qualche altro capitolo per continuare a “rimodernare” il classico, ma dubito che, nel caso, ci si spingerà molto oltre quello che abbiamo già visto: avranno paura di scontentare gli affezionati, che talvolta sono molto conservatori.

  3. Mazinga mi era vietato quando avevo l’età perfetta per innamorarmene (troppo violento, diceva mamma), e quando lo recuperai alle superiore ero troppo grande per diventarne un fan. Mi fa piacere che esistano operazioni nostalgia rispettose, come credo di aver intuito dalla tua ottima recensione, ma mi sa che passerò…

    1. Il genere robottoni, come era inteso ai tempi, è sicuramente poco adatto per le aspettative di oggi, a meno che uno non ci sia cresciuto (e anche così…).
      Mazinga aveva uno spunto fantarcheologico notevole e gli scontri, per i tempi, erano divertenti anche nelle loro assurdità (munizioni infinite etc.)
      È un peccato che te l’abbiano vietato da giovane, io chiederei i danni!

    2. Ahahah! No dai, alla fine mi hanno fatto vedere altre cose che mi hanno comunque formato tipo Sherlock Hound, Conan ragazzo del 2000, i Gummy Bear e Lupin! Tanto Miyazaki nel mucchio, non ho niente da recriminare! :–)

  4. Denis

    Non ho mai seguito Mazinga, ma vedevo Daitarn 3 che aveva un’idea grandiosa che il protagonista in realtà alla fine è il cattivo della storia e questa idea c’è nella serie The 100.
    Nagai fa sempre le tizie poppute e ho solo in dvd Violence Jack ( in pratica il vero ispiratore di Ken Shiro).
    Di Mazinga ricordo di aver letto negli anni’90 il videogioco uscito su Megadrive che ha vederne le immagini era graficamente ottimo, ma andando a memoria non è mai uscito in Europa.
    Ma le teste parlanti le ricordo in un vecchio episodio dei Simpson poi messe nella serie Futurama quindi anche li Nagai ha anticipato i tempi?

    1. Sei sicuro che il cattivo di Daitarn fosse Banjo?
      Per il resto sì, Nagai ha spesso teso a rappresentare donne provocanti, come Jun.
      Il conte Blocken è un vecchio nazista reso cyborg dal dr. Inferno e ha l’aspetto di un corpo senza testa… perché la testa gli svolazza intorno. Uno dei tanti personaggi fuori di testa di Nagai.

  5. Denis

    Se non ho capito male i meganoidi si difendono solo da Banjo e lui c’è l’aveva con loro perchè creati dal padre infatti nel finale della serie l’abbandonano tutti e rimane solo nella villa.
    Il conte Blocken fa un pò come in Re-Animator.

    1. Può essere che li abbia creati il padre, mi ricorda un po’ Jayce and the Wheeled Warriors, però i meganoidi avevano delle forti tendenze di conquista :P

  6. Quoto decisamente sull’operazione revival. Da fan dei robottoni in generale, ed essendomi recuperato Mazinger Z in tempi molto recenti (anche per motivi semi-professionali fallimentari, il Conte sa) mi sono fiondato al cinema a vedere questo nel (credo) unico weekend di programmazione, e non ho rimpianto il prezzo del biglietto. La trama è leggera, a tratti un po’ noiosa, ma non mi aspettavo diversamente perché so che i giapponesi sviluppano in quel modo, ma per me il film vale quasi esclusivamente per la sequenza di mass-combat all’inizio del secondo tempo :P Puro fan service.
    Per il resto, una cosa che mi è dispiaciuta del film è che prenda in considerazione le due serie Mazinger (Mazinger Z e Great Mazinger) ma faccia tabula rasa di ciò che viene dopo. Se questo significa eliminare Mazinkaiser, no problem; che questo abbia eliminato Grendizer (Goldrake) beh, un po’ mi spiace…
    Comprendo la perplessità del Conte nel vedere Koji nel ruolo di scienziato: neanche io mi ricordavo infatti che il protagonista sin nella serie originale fosse una persona considerata dotata di un’intelligenza superiore (dopotutto il nonno e il padre erano ugualmente dei geni) molto bravo a scuola e che di fatto in alcune puntate propone o aiuta a sviluppare modifiche e migliorie per il robot. Inoltre, effettivamente alla fine di Mazinger Z (dopo che arriva il Great Mazinger) lui e Sayaka vengono effettivamente spediti in America a completare i loro studi. Insomma: Koji non è un imbecille, benché ce lo ricordassimo tale.
    Sorabi, sobieru, kurogane no shiro…. supA robotTO MaJingA ZETTOOOO…!

    1. Il problema dell’intelligenza di Koji è che, nella serie, quello zozzone faceva emergere soprattutto un carattere da teppista XD di fatto, era più un “dicono di lui” che la realizzazione in azione (ovvero, il solito e vetusto discorso dello “show, don’t tell”).

      Riguardo al terzo della trilogia storica, Grendizer/Goldrake, va detto che non ci sarebbe stato molto da mostrare (già il Grande Mazinga, qui, è stato accessorio) al massimo avrebbero potuto affidare una comparsata a Venusia – nome originale, boh – o impiegarla come pilota di qualcosa, visto che ai suoi tempi ha fatto esperienza col veicolo acquatico da attaccare a Goldrake.

      Per quanto riguarda il tuo progetto semi-professionale, penso che quella struttura valga molto e sia degna di un cambio di ambientazione. Potrebbe essere quella cosa con cui cambiare ambientazione ogni volta, lasciando la struttura invariata, e camparci di rendita mentre fai altro :P

    2. Se non erro il nome originale di Venusia è Hikaru. Più che altro la saga di Grendizer dava la parola fine al ciclo di Mazinger (il fumetto dava la parola fine alla terra intera, ma quello è un altro discorso).
      Per quanto riguarda il mio progetto, mi sto occupando di altro… prima o poi potrei riprenderlo, ma la parte del cambio-ruolo non piaceva ai più. Vabbè che era una cosa pensata per far usare un certo ruolo a tutti a turno…

    3. Mi chiedo se quel fumetto non fosse uno dei tanti what if delle storie nagaiane…

      Riguardo al cambio ruolo, potrebbe essere levato (appena il progetto passa a una “colorazione” diversa, i ruoli possono essere anche equiparati nelle possibilità di sviluppo, pur restando diversi) oppure messo “all’asta”, se avesse senso questa soluzione :P

  7. Operazione “nostalgia canaglia” che merita i sette euro che hai citato solo per farmi quattro sghignazzate con i miei due nanerottoli per la serie “Vedi i cartoni che vedeva papà”. E comunque me l’hai “venduta” quando ho letto: “per mostrare che avere delle zinne esplosive può essere un vantaggio in battaglia”. Vedevo Lupin solo per le zinne di Margot. E lanci la prima TV (a tubo catodico, categoricamente) chi dice il contrario! ;)

    1. Per la rubrica “Cose che piacciono a tutti, ma non alla Gracula” io potrei lanciare la TV, perché Margot/Fujiko mi stava antipatica, anche se era molto bella :P
      Riguardo alle robozinne, nel film sembrano più efficaci – avranno migliorato il progetto :P

      Se poi lo farai vedere alla prole, raccontaci come è andata: mi incuriosisce sempre sapere come le nuove generazioni si rapportino al mio amato vecchiume ^^

    2. Guarda che già un 32 pollici pesa intorno ai 50 kg senza contare l’ingombro. Ammesso che lo riesci a sollevare e lanciarmelo, devo essere incatenato a un palo per avere qualche probabilità di essere centrato. Mi basta la mia agilità da bradipo azzoppato per evitarlo.

    3. Ma infatti la strategia più adatta è farlo cadere dal primo piano XD
      I 40 pollici odierni sono relativamente leggeri, ma la loro “impugnabilità” a scopo lancereccio è inferiore a quella di una bat’leth klingon (ho cercato l’ortografia su google :P ).

  8. Max

    Carino e niente di più!
    Io l’ho pagato qualcosa di più il DVD , preso appena uscito .
    Mi ero pure dimenticato la trama , grazie per questo tuo refresh e per tutte le considerazioni che hai fatto sull’opera.
    Ho apprezzato più la tua rece che il film 😀
    Ciao

    1. I vecchi anime per me oggi sono totalmente inguardabili, basta guardarsi il primo e l’ultimo episodio. Molto meglio i vari rifacimenti o meglio ancora i manga

Scrivi una risposta a gianni Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.